Conosciuta per la grandiosità dell'impianto e delle pavimentazioni a mosaico opera di maestranze africane raffiguranti tratti della vita quotidiana come battute di caccia, pesca, giochi e scene erotiche è considerata una delle più importanti testimonianze dell'età romana tanto da diventare Patrimonio dell'umanità nel 1997. La villa datata tra il 3° e il 4° Sec d.C. fu riportata alla luce per opera dell'archeologo Gino Vinicio Gentili nel 1950. La Villa, tutelata dall’Unesco dal 1997, è appartenuta ad un esponente dell’aristocrazia senatoria romana, forse un governatore di Roma (Praefectus Urbi); secondo alcuni studiosi fu invece costruita e ampliata su diretta committenza imperiale. Per la sua bellezza e complessità può essere considerata uno degli esempi più significativi di dimora di rappresentanza dell’Occidente romano. L’alto profilo del suo committente viene celebrato, attraverso un programma iconografico, stilisticamente influenzato dall’arte dei mosaicisti africani chiamati a realizzarlo e che si dispiega, con ricchezza compositiva, in una moltitudine di ambienti a carattere pubblico e privato. La residenza tardo antica del IV secolo d.C., sorge al di sopra di una villa rustica edificata tra il I secolo e la seconda metà del III secolo d.C. periodo, quest’ultimo, a cui sembrano risalire reperti archeologici ritrovati durante gli scavi degli ultimi anni. E' questo il periodo di massimo sviluppo della residenza, che si arricchisce di un imponente apparato decorativo, di fastosi ambienti di rappresentanza e di un grande impianto termale aperto al pubblico
Fonte: www.villaromanadelcasale.it