Adagiata sul Kratas, un lembo meridionale dei Monti Sicani, sorge una delle più antiche città della Sicilia: Caltabellotta.
La sua posizione, ben 1000 metri sul livello del mare, ha fatto di questa cittadina montana un punto strategico rilevante che l’ha resa protagonista, per oltre duemila anni, della storia di tutto il territorio che va dal fiume Belice al fiume Platani.
Contesa, dominata, saccheggiata e distrutta dai popoli che hanno occupato la Sicilia, è sempre riuscita a sopravvivere e a rigenerarsi cambiando talvolta la sua ubicazione e perfino il nome. L’odierno Caltabellotta deriva dal nome arabo “Qalat al Balat” che significa fortezza costruita sulle balate, cioè sulla pietra spianata.
Due grotte, situate sulla cima del Monte S. Pellegrino, riportano le sue origini ad un’età preistorica.
Le quattro necropoli che circondano la città attestano una presenza sicana riconducibile all’età del bronzo antico.
Dopo le varie dominazioni araba, normanna, spagnola tutto ebbe fine con la guerra tra Angioini ed Aragonesi (la guerra dei vespri) il 29 agosto 1302 con il trattato di pace che venne firmato a Caltabellotta.
Il dominio spagnolo segnò la decadenza della centralità politica ed amministrativa di Caltabellotta ed il suo territorio venne frazionato in contee.
Oggi Caltabellotta non è più titolare di quel potere politico ed amministrativo che un tempo appartenne alla capitale del regno sicano di Cocalo, ma ha conservato il privilegio di poter dominare (virtualmente) dall’alto del suo Castello Luna tutti i centri urbani che nelle serene notti d’estate, con i loro brillanti luccichìi, segnalano l’area e i confini entro i quali un tempo si ergevano i suoi imponenti castelli.